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Psicologia e psicopatologia dell’obesità

OBESITA’, PSICOLOGIA E PSICOPATOLOGIA

Nessun programma dietetico risulta efficace senza una modifica dello stile di vita del soggetto e  per questo motivo la valutazione del paziente obeso ha assunto un particolare significato clinico.

IL CIBO RICHIAMA IL DESIDERIO DI LEGAME E DIPENDENZA

Gli operatori nel trattare patologie di così grande impatto sul piano individuale, famigliare e sociale, con risvolti talora difficili da gestire e le problematiche connesse al rapporto dell’individuo con il cibo determinano un forte disagio: il cibo, che richiama il desiderio di legame e dipendenza, rappresenta l’oggetto del contendere, diventa l’oggetto principale dell’interesse del soggetto rispetto a una insufficiente maturazione della personalità.

 

IL MANUALE MERCK DEFINISCE L’OBESITA’

Il Manuale Merck definisce l’obesità come “un eccessivo accumulo di grasso corporeo” e la include, al pari della carenza di vitamina C o di vitamina B6, nei disturbi della nutrizione, differenziandola dagli altri disturbi del comportamento alimentare considerati nell’ambito dei disturbi psichiatrici.

OBESITA’: PATOLOGIA DA VALUTARE  NEGLI ASPETTI PSICOLOGICI

L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l’obesità come una condizione medica generale e la codifica con E66 nell’ambito delle Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche; è considerata come una patologia da valutare in ogni caso nella sua complessità, compresi gli aspetti psicologici e psicopatologici ad essa connessi, in modo da poter definire un approccio terapeutico appropriato, in linea con le indicazioni dell’American Psychiatric Association.

Lo studio del paziente obeso richiede la valutazione della presenza o meno di un disturbo mentale, la codificazione delle caratteristiche di personalità, la valutazione della psichica e/o la presenza contemporanea organica nello stesso soggetto di due o più malattie, la valutazione degli eventi stressanti della vita e della funzionalità globale del soggetto.

Patrizia Salviato Personal Trainer

L’OBESITA’ ANSIA E DISTURBI OSSESSIVI COMPULSIVI

L’obesità è frequentemente associata ai disturbi dello spettro ansioso, come l’ansia generalizzata, il panico, il disturbo ossessivo-complusivo, a quadri depressivi, nella molteplicità delle loro manifestazioni cliniche, e ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione come il disturbo da binge-eating (abbuffate analoghe a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione); tali disturbi, che possono condizionare in modo rilevante la gestione del paziente obeso, richiedono un trattamento appropriato.

Il mancato riconoscimento di questi disturbi comporta la possibilità di una successiva cristallizzazione dei sintomi in quadri clinici più complessi e difficili da gestire.

ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA: PERCHE’?

Il BED (alimentazione incontrollata) è caratterizzato essenzialmente da episodi ricorrenti di abbuffata, come mangiare, in un periodo definito di tempo (ad esempio in due ore) un quantitativo di cibo chiaramente più abbondante di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe in circostanze simili, e dalla sensazione di non riuscire a fermarsi, oppure a controllare, che cosa e quanto si sta mangiando.

Dal punto di vista psicologico, rispetto alle abbuffate è presente un notevole disagio, mentre non sono presenti condotte compensatorie inappropriate (ad esempio, vomito autoindotto e abuso di lassativi) come avviene nella bulimia nervosa.

Patrizia Salviato Personal Trainer

ESIGENZA DI GRATIFICAZIONE IMMEDIATA

Indubbiamente lo studio della psicologia e psicopatologia dell’obesità rimanda a tutte quelle modalità comportamentali caratterizzate dall’esigenza di una gratificazione immediata rispetto a quella differita, ovvero quelle condizioni in cui il soggetto non riesce ad avere il controllo del comportamento, una pervasiva incapacità del soggetto di direzionare in modo spontaneo il pensiero e il comportamento.

OBESITA’ PATOLOGIE ORGANICHE E COMPLICANZE MEDICHE

Alla luce di ciò l’obesità si associa a un maggiore rischio di patologie organiche, di comparsa di complicazioni mediche, a una riduzione della qualità della vita, considerato tra l’altro il forte pregiudizio, lo stigma e la discriminazione sociale legata ad essa.

Patrizia Salviato Personal Trainer

ASPETTI DETERMINANTI DELL’OBESO IN FASE DI DIAGNOSTICA

Dal punto di vista clinico diventa pertanto importante riuscire a cogliere gli aspetti psicologici che appaiono determinanti sia in fase diagnostica sia nell’elaborazione di un programma terapeutico.

La scarsa autostima e la mancanza di un forte vissuto di autoefficacia percepita comportano inevitabilmente un giudizio negativo complessivo di sé che rende difficile la gestione dei problemi della vita, con una generale sensazione di inefficacia, impotenza, mancanza di direzione interiore.

Le situazioni di stress favoriscono l’instaurarsi di meccanismi difensivi compensativi finalizzati al contenimento dell’angoscia e dell’insicurezza esistenziale come, ad esempio, l’assunzione compulsiva di cibo.

Patrizia Salviato Personal Trainer

CONSAPEVOLEZZA E MODIFICA DEL SE’

Ripristinare un sistema alimentare normale, aumentare la consapevolezza della connessione tra la bassa autostima e le pressioni sociali della dieta, modificare la definizione del Sé, implementare il senso di autoefficacia percepita, aiutare il soggetto a sviluppare fiducia in se stesso rispetto a progettualità future rappresentano obiettivi importanti del trattamento psicoterapeutico.

La dieta e il controllo del peso sono comportamenti che riguardano il benessere individuale ed è stato dimostrato che il senso di autoefficacia percepita esercita meglio i suoi effetti di concerto con i cambiamenti nello stile di vita generale, inclusi l’esercizio fisico e il sostegno sociale.

IL CONTROLLO DELL’ALIMENTAZIONE NON E’ UN ATTO DI VOLONTA’

L’intervento psicologico mira ad aiutare la persona a meglio gestire la propria vita, nella consapevolezza che il controllo dell’alimentazione non è un semplice atto di volontà, bensì affonda le radici nei fattori motivazionali della persona, nella dinamica della sua storia individuale, famigliare e sociale.

Fonte: Contributi Scientifici, Psichiatria. Patrizia Salviato Personal Trainer

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AVVERTENZE Le informazioni contenute in questo articolo non intendono sostituirsi in nessun modo a parere medico o di altri specialisti. L’autrice declina ogni responsabilità di effetti o di conseguenze risultanti dall’uso di tali informazioni e dalla loro messa in pratica. Consultare il proprio medico di fiducia prima di intraprendere qualsiasi forma di attività fisica o regime alimentare.

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